8 SETTEMBRE 2012 ore 19 - 21
MAKING PEACE WITH THE WIND
Performance Art and Videoart by KYRAHM
direzione della fotografia, riprese e montaggio by Julius Kaiser
a seguire: Cena Vegana
in esposizione, sezione pittura: Monica Melani - Tracce di energia creatrice
Mitreo Arte Contemporanea Roma,
via Mazzacurati 61, Roma
L'8 settembre verrà presentato a Roma presso il Mitreo Arte
Contemporanea "Making Peace With The Wind" videoarte e performance
dell'artista Kyrahm.
L'opera parla di dismorfofobia, la condizione
per cui un difetto fisico, reale o immaginario e la paura di non piacere
induce all'annientamento sociale dell'individuo che ne soffre.
Kyrahm racconta della sua infanzia e adolescenza: "una bambina brutta interiorizza che non può essere amata".
Con lo sviluppo, la trasformazione in una bella donna non rende però
giustizia al brutto anatroccolo: il cigno corrisponde ai canoni estetici
imposti, non ottiene rivincita...
Kyrahm allora decide di farsi
iniettare della soluzione salina e di deformare il proprio volto,
scurisce e rasa i capelli, abbandona orpelli, trucco e boccoli biondi.
Girovaga per le strade del Belgio senza più quella timidezza e paura che
la faceva stare male da bambina, ma con orgogliosa consapevolezza della
profonda inutilità della superficie.
"Odiavo il vento perché scopriva il mio volto. Fino ai 15 anni mi sono sentita un mostro. Non sono stata una bella bambina.
Gli sguardi degli altri erano pieni di disgusto. Poi il corpo cambia, tutto si trasforma.
Per un po' ho lavorato anche come fotomodella e attrice. Gli sguardi
degli altri erano pieni di desiderio. Continuavo ad odiare il vento..."
Il desiderio ossessivo di essere belle è una sconfitta, un disperato
bisogno di accettazione, un adattamento ai feroci canoni imposti dalla
moda, dalla società e dai media.
Trasformandomi in una bella donna
avevo, in un certo senso, perso. Ho iniettato della soluzione salina nel
mio volto per deformarlo. Ho scurito e rasato i capelli: ho ritrovato
la bambina brutta. Per le vie delle città del Nord Europa gli sguardi
erano pieni di sgomento, disprezzo, altre volte sfuggenti. Il mio,
invece, fiero e colmo d'orgoglio. Sono sempre io.
Che fine ha fatto la bellezza? Ho fatto pace col vento." (Kyrahm)
La dismorfofobia (dal greco antico dis – morphé, forma distorta e
φόβος, phobos = timore) è la fobia che nasce da un'eccessiva
preoccupazione della propria immagine corporea. Detta anche BDD, body
dismorphic disorder, la gran parte dei soggetti con questo disturbo
sperimentano un grave disagio per la loro supposta deformità,
accompagnato da sensazioni descritte come “intensamente dolorose”,
“tormentose”, o “devastanti”. Si rendono perfettamente conto
dell’irrazionalità di certe loro reazioni emotive, ma non possono
controllarle.
Spesso passano molte ore al giorno a pensare al loro
“difetto” e a come porvi rimedio, al punto che questi pensieri possono
dominare la loro vita.
L’impossibilità di esistere se non
attraverso la mediazione dello specchio è il grido di allarme dell’anima
stritolata dalla moderna civiltà dell’immagine, che ci ingiunge di
credere, fin da piccolissimi, in un unico dogma: se non appari, non
esisti.
L’immagine riflessa (dal tubo catodico, dalle riviste
patinate, dai cavi a fibra ottica) è luce di verità sostanziale, e
l’apparenza è più reale del vero; solo questa conta. Solo questa è degna
di amore. (psicozoo.it)
L'artista, avendo sperimentato la duplice
condizione donna considerata bella- donna considerata non bella decide
di essere contemporaneamente la Bella e la Bestia, cigno e anatroccolo.
"Il brutto anatroccolo diventa un meraviglioso cigno, ma il lettore
adulto è autorizzato a leggere tale metamorfosi come una implacabile
sconfitta." ( Vincenzo Cerami)
"Si entra in crisi soprattutto
quando ci si incastra nel vortice del relativismo. Che la bellezza non
sia oggettiva è un dato di fatto. Tuttavia chi ha sperimentato tale
condizione vive i rimandi dello specchio sociale, normalmente
soggettivi, come feedback di importanza vitale." (Kyrahm)
La
riappropriazione della bruttezza, vissuta ora non più come fardello
imposto da subire passivamente, diviene uno strumento principe di
osservazione del mondo con una totale estraniazione dalla società e
dalle forme coatte che essa impone.
Influenze: Orlan, Jerome Abramovich, Joseph Carey Merrick
IN CONTEMPORANEA IN ESPOSIZIONE
Monica Melani - Tracce di energia creatrice
La materia è energia densificata che si esprime e manifesta in molteplici forme e frequenze.
Per l’artista, da sempre alla ricerca di risposte ai misteri
dell’universo e della creazione, il colore diluito nell’acqua è il
medium pittorico più vicino all’essenza energetica della materia.
Imprinting e movimenti indotti con l’utilizzo del colore nell’acqua, ed
una loro attenta e consapevole lettura, sono infatti in grado di
rivelare dinamiche di generazione e trasformazione della materia. Monica
Melani espone gruppi di opere di vari stati e livelli di energia
vibrazionale e relative tipologie di forme generate.
Dalle
Geometrie Sottili, alle Auree Precipitate, alle evidenti distorsioni
della matrice originaria della serie Segni dell’anima, alle memorie
dell’Archivio Akashico fino agli Archetipi Universali. Frutto di una
ricerca trentennale.
Cena Vegana
Nel contributo per
l'adesione all’iniziativa di € 10 è compreso anche il buffet a base di
cibo vegan per tutti coloro che già lo sono e per chi volesse provare
una gustosa alternativa.
INFO
Performance Art 340.6479392
Prenotazioni Buffet Vegan - Marina 389.9305804
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